mercoledì 7 novembre 2012

Pensieri in Apnea: File, attraversamenti e addio (speciale election night&dawn)

Orbene, in queste ore di trepidazione e di inquietudine (sì, non sto dormendo, guardo la mappa degli USA e vedo troppo rosso per i miei gusti, anche se poi razionalizzo "Son tutti piccoli pesci, Utah, Montana, poca roba") son qui a slambiccarmi il cervello su alcune cosette che sono accadute in queste settimane e che mi hanno quantomeno lasciato perplesso, interdetto.
Ma prima di tutto, patti chiari e amicizia lunga: da quel che ho capito, se ho capito bene, se Bara(BB) obAma (si vede che ho letto Cummings? voce off: "Sborone!" Ok, la smetto) vince in Ohio, che letto all'italiana con l'accento sulla prima o (òhio), suona come un piemontese reagirebbe colpendo il comodino col mignolino del piede, e in Florida, che a Modena è un locale di musica latino americana dove Capossela ha passato molte serate strascicate sul piano, mollo tutto, vado a letto sorridente, tranquillizzato, e domani scrivo tutto meglio, bello rilassato.

La prima cosa, che c'entra con stanotte ma poco con l'altra cosa che mi lascia interdetto, ma la devo dire, è semplice, inflazionata, ma pensandoci, inquietante: le file.
Le file davanti ai seggi per votare in America sono una cosa che non ho ancora capito cosa significhino per loro. Per me è fonte di grossi interrogativi.
Stasera durante un servizio ho visto distintamente un elicottero a mezza altezza virare in diagonale e la telecamera inquadrare un marciapiede colmo di persone in fila, e il marciapiede biforcava, e dopo un poco, di nuovo si biforcava, come un arbusto selvatico, e poi l'elicottero virava e la telecamera finiva fuori campo ma in un guizzo si poteva vedere che la coda del seggio non finiva, aveva girato l'angolo, proseguiva ancora, colonizzava il quartiere, come un ematoma, a raggiera, inchiodava il traffico, conquistava il centro, per poi raggomitolarsi dentro i centri commerciali. (Esagero eh? però sembra proprio una roba inarrestabile...)
Perché io non capisco, la nazione più potente del mondo, e i cinesi non mi rompano le balle, fino ad ora non mi hanno ancora dimostrato niente, sì siete tanti, sì, avete tutto, fabbricate tutto e lavorate 90 ore alla settimana ma per ora non avete ancora atomizzato i vostri cugini nippo (e dire che di motivazioni anche storiche ne avete), mentre gli USA l'hanno fatto, quindi 1 a 0 per loro, per adesso, quindi ripeto, la nazione più potente del mondo, non è in grado di concepire seggi accoglienti? cabine multiple? atrii in cui poter rileggere la lista dei candidati, salutare il milite di turno, che sta sempre sorseggiando un caffè oppure legge annoiato la gazza, e allora cerchi il tuo seggio e ti metti a guardare gli altri in fila e poi cominciare il giochino E questo per chi voterà? E questa? uhm, con quella borsa lì sicuro che vota XZ, guarda come sbuffa, sicuro che cc'avevi d'annà a santropez? Ah, ma vedi adesso bella mia, cosa succede stasera, finito lo spoglio... E non fai nemmeno in tempo a finire il pensiero che già ti chiamano a espletare il tuo dovere di rizoma del corpaccione elettorale italiano. Là, in USA, no. A giudicare dalle file, devi prenderti almeno due ore di permesso, e in mezzo, prima o dopo non puoi nemmeno attaccarci un giro dalla sarta, un salto in negozio, un caffé col collega o un prelievo in banca, no! in fila e aspettare. Uno dietro l'altro, che a me, in quei casi lì, che stiamo votando uno contro l'altro, non coalizioni "variegate", che poi si riaggregheranno e si ridisferanno come pulviscolo subatomico, ma Bianco o Nero! Rosso o Blu! a me verrebbe voglia di fare comizi pure lì, oppure di fare comunicazione guerriglia, guardare il cellulare sconsolato, atteggiare una delusione e dire a quelli dietro Eeeeh ragazzi, c'è mio cognato là dentro, dice che fanno lui e altri sei perché poi han finito la carta, e noi si vota domani, se c'abbiamo ancora voglia, io... e poi andare via oppure organizzare un flash mob a forma di stella di David, così stavolta, quando ripassa l'elicottero, perché sicuro che ripassa l'elicottero, almeno vedono qualcosa d'insolito e si fanno una risata.
(Niente, Obama in vantaggio sia lì che là ma ancora niente di certo)
E comunque tutta 'sta fila, a novembre, al freddo, senza nemmeno un thermos di tè, di caffè (vabbeh, loro lo chiamano caffè, lasciamo stare...), all'aperto. Capisco che la democrazia uno un po' deve pure sudarsela, ma così certo non invogli gli indecisi ad eleggere "The president The / president of The president / of the The)president of / the(united The president of the / united states The president of the united / states of The President Of The)United States"

La seconda, che invece è un poco più vicina alle nostre italiche sponde, è la menata delle attraversate, anche se a dirla tutta, io un po' li invidio, perché poter sfidare il mare aperto, avanzare verso un orizzonte vuoto, dove davvero cielo e mare si confondono, le poche volte che ho accennato l'impresa, anche se sapevo che era un mio bluff e che tempo 5 minuti mi sarei fermato, mi sarei voltato e avrei cambiato rotta, m'ha rilasciato una quantità di brividi e di adrenalina che credo nemmeno qualsiasi droga sperimentale possa darmi in egual misura.
(Obama intanto è a 249 su 270...)
Sì, ho scritto attraversate, plurale, perché oltre a quella dello stretto di Messina ad opera di Beppe Grillo (spero che non sia il modo che consiglia anche a tutti noi di ovviare al problema dei collegamenti tra Sicilia e continente - mia nonna, che è di Messina, ha una certa età e potrebbe pretendere a Grillo il bis saltandoci in groppa), a livello infraregionale, pseudolocale, noi assurdi emiliani, allucinati modenesi, in questo "annus terribilis in decade malefica" la settimana scorsa abbiamo scoperto, da giornalisti implacabili e fotografi impietosi, il vano e vacuo (vacuo proprio etimologicamente: nulla, vuoto) tentativo di attraversata del fiume Secchia (non c'entra molto la Secchia Rapita del Tassoni ma se volete stanotte ci ficchiamo pure quella) da parte del segretario della Lega nord modenese.
(Obama ha vinto, scusate, dal quartier generale a Chicago danno Twist and Shout dei Beatles, vado a indossare la maschera, poi torno a scrivere)

Eccomi qui:



Dicevamo, queste attraversate, che a me più che a sfoggi di potere simbolico e fisico, piace associarle al mito di Ero e Leandro, (se mi scappano dei tasti è che non ci vedo poi benissimo così mascherato, ringrazio ancora F.B. per avermela portata da N.Y. due anni fa), a un motivo e a un movimento vero, esaltante e aperto verso l'altro, non un gesto di conquista, ma un gesto d'incontro verso l'altro.
Che dev'essere un po' il sentimento che doveva muovere un tale, di cui non ricordo il nome e di cui non ho trovato traccia in due anni di navigazione in rete, che nel 1800 o nel 1700, l'informazione deriva dalla Settimana Enigmistica (per la serie le Mie Autorevoli Fonti), su una tinozza armata di remi e vela, è stato il primo attraversatore dell'Atlantico in solitaria.
(Ora mi tolgo 'sta maschera perché sennò soffoco)

L'addio appunto è anche questo, si parte da una sponda e si cerca di arrivare dove non si è ma dove si sarà, e così finisce (stavolta davvero) Pensieri in Apnea, ringraziando tutti voi che mi avete letto, i barabbas per il sostegno con in primis Many che non ringrazierò mai abbastanza, e questo nume tutelare ignoto, attraversatore solitario, che per tanti anni e mesi m'ha guidato dalla sua barca sull'abisso dell'oceano, con un esempio sfolgorante e invincibile, proprio perché, per uno strano scherzo del destino, non sapeva minimamente nuotare.

2 commenti:

  1. Ouch… la tua prosa è illeggibile, scusami la confidenza! Sono con fatica arrivato a metà.

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  2. sorry, è delirio natante, prendi un respiro e riprova ad arrivare in fondo, magari trovi il tesoro.

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