sabato 28 luglio 2012

Gli antieroi - speciale olimpiadi: Jim Thorpe, il più grande atleta del mondo

Se andate a Shawnee, nell'Oklahoma, vi diranno che in quella città è nato Brad Pitt, uno degli attori più famosi del mondo. Se fate una quarantina di miglia, potreste vedere due tribù indiane chiamate Meskwaki e Thakiwaki. Queste due tribù si sono unite in una nazione indiana che in inglese si chiama "Sac and Fox Nation". La nazione indiana, riconosciuta dal governo federale, conta circa 3800 cittadini e ha un'economia basata principalmente sul turismo, sugli introiti di un paio di casinò, di un locale notturno e di alcuni negozi collegati. Inutile dire che una volta qui era tutta "nazione indiana". Sulle rive del North Canadian River, vicino alla città di Shawnee, nel maggio del 1888 (presumibilmente, visto che nessun certificato di nascita è mai stato trovato) nacque un bambino da una famiglia le cui radici vedevano padre e madre entrambi figli di coppie miste di indiani e bianchi caucasici, con buona pace dei razzisti di turno. Il bambino si chiamava Wa-Tho-Huk, che nel linguaggio Sac significa "sentiero luminoso". Venne anche battezzato dalla chiesa cristiana con il nome di James Francis Thorpe.

Quel bambino si fece immediatamente notare per la grande prestanza fisica, accompagnando il padre in numerose battute di caccia e pesca. Alla tenerà età di 9 anni dovette affrontare la morte del fratello per una brutta polmonite e due anni più tardi quella della madre, per complicazioni durante una nuova gravidanza. Il ragazzo si allontanò da casa dopo un rapporto burrascoso con il padre e tornò solo alcuni anni dopo per terminare gli studi interrotti bruscamente.

Frequentando la "scuola industriale indiana di Carlisle", qualche professore si accorse della sua grande abilità negli sport. Non c'era infatti specialità che non vedesse il giovane "sentiero luminoso" primeggiare. Ogni singola gara di atletica, e persino football e baseball. Narrano le cronache che Thorpe si aggiudicasse addirittura le gare di ballo. Folklore a parte, i risultati del giovane indiano dell'Oklahoma erano così entusiasmanti che venne invitato a partecipare ai Trials per le Olimpiadi di Stoccolma del 1912. Thorpe primeggiò in salti, lanci, asta, giavellotto, disco, sollevamento pesi. La sua versatilità era una cosa mai vista prima e così si decise di schierarlo in due nuove specialità multi-disciplina presenti nel programma olimpico. Il pentathlon (salto in lungo, 200 m, giavellotto, disco, 1500 metri) e il decathlon, oltre a schierarlo nel salto in alto e nel salto in lungo.

A Stoccolma fu un trionfo. "Sentiero Luminoso" stracciò tutti gli avversari in entrambe le competizioni e vinse agevolmente con grandi distacchi le due medaglie d'oro. Nel salto in alto si piazzò quarto e nel salto in lungo soltanto settimo, visto che qualcuno che forse lo temeva troppo pensò bene di rubargli le scarpe prima della gara. Nelle foto d'epoca si può vedere Thorpe che posa con scarpe diverse, parecchio più larghe della sua taglia.

Nel 1912 iniziò l'usanza delle premiazioni effettuate da dignitari e notabili. Thorpe venne premiato dallo Zar Nicola II di Russia per la medaglia del pentathlon e, al momento della premiazione del decathlon, quando era già il protagonista indiscusso dei giochi, a incoronarlo fu il Re Gustavo V di Svezia. Nell'infilargli la medaglia al collo, il dignitario padrone di casa si rivolse al nativo americano della tribù Sauk dicendogli "Signore, voi siete il più grande atleta del mondo". Thorpe, evidentemente frastornato da tanto onore, rispose con un grottesco "Thank you, King" (Grazie, Re).

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Quando si toccano vertici così alti è inevitabile cadere e farsi molto male, a volte. Il febbraio del 1913 l'Amatheur Atletic Union degli USA comunicò che Thorpe, l'anno prima, aveva giocato in una squadra di Baseball nella Carolina del Sud percependo uno stipendio di 60 dollari al mese. Questo entrava in conflitto con la celeberrima (e famigerata) regola del dilettantismo olimpico, al quale non interessava che un giovane orfano (nel frattempo anche di padre) dovesse comunque in qualche modo sbarcare il lunario. A Thorpe vennero tolte le medaglie, senza possibilità di appello.

"Sentiero luminoso" seppe distinguersi a quel punto nello sport professionistico a stelle e strisce. Diventò un giocatore professionista di Baseball, Football e Basket (!!!). Guadagnò anche qualche bella somma, ma quando si ritirò a 40 anni non gli rimaneva molto. Thorpe continuava a protestare per quelle medaglie tolte (a suo dire) ingustamente, per le quali lo stesso De Coubertin spezzò una lancia a suo favore, ma inutilmente.

Thorpe cominciò ad attaccarsi alla bottiglia e non di rado venne trovato a fare qualsiasi lavoro per sopravvivere. Sollevatore di pesi, guardiano notturno, operaio nei cantieri. Nel 1932 si presentò fuori dallo stadio olimpico di Los Angeles, venne riconosciuto e per lui ci fu una standing ovation. Ma niente medaglie. Ebbe un paio di matrimoni che crollarono a picco e nel 1950 venne operato al labbro per un cancro, poi fu accolto in una casa di riposo, dato che non riusciva a provvedere alla propria sussistenza. Morì di attacco cardiaco nel 1953.

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(Nel 1983 il comitato olimpico internazionale provò a metterci una pezza. A seguito di una domanda fatta direttamente dal Congresso degli Stati Uniti d'America, che provava che il reclamo per il professionismo di Thorpe era stato presentato dopo i 30 giorni regolamentari per questo tipo di proposte, il CIO restituì i titoli olimpici a Thorpe, in una cerimonia commemorativa dove vennero consegnate due medaglie commemorative ai figli Bill e Gale. Le medaglie originali vennero infatti rubate e non si trovarono mai più. Oggi in Pennsylvania c'è una città chiamata JIM THORPE, con una statua commemorativa al "Più grande atleta del mondo".)

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