mercoledì 30 novembre 2011

Una cosa divertente che rifarei

La sala è piccola e quadrata. I tavolini sono tre: uno da due, uno da sei ma apparecchiato per quattro e uno da dieci ma apparecchiato per otto.
Alle pareti, tra le altre cose, un poster di Glenn Miller, uno spartito di Elvis Costello autografato e i ganci da usare come appendiabiti.
Sulla parete in fondo c’è un notebook bianco aperto su una playlist che manderà Losing My Religion, Voglio vederti danzare, Imitation Of Life, Leaving New York, Lithium, Ticket To Ride, The Man Who Sold The World e un pezzo di Goran Bregovic molto famoso. Il notebook è appoggiato su un tavolo di legno e collegato a due casse da pc nere; accanto sempre sullo stesso tavolo due libri con la costa gialla, uno più spesso dell’altro e poco lontano una sedia vuota e rivolta al mio tavolo.
Sediamo al tavolo da due all’altro capo della sala. Arriviamo per primi e ci sediamo nel punto più lontano dalla sedia vuota.
Mangeremo un antipasto di salumi e qualche formaggio con la mostarda – io mangerò i suoi formaggi, lui mangerà la mia coppa – un risotto ai funghi mantecati con Grana DOP e un pezzo di torta di mele con un cucchiaio di crema.

Milano stasera è meno fredda degli ultimi giorni, il parcheggio in zona Via Cadore è un problema, allora andiamo a parcheggiare sempre nel solito punto, verso Via Bergamo o Via Lecco e poi facciamo un pezzo a piedi. Ci guardiamo entusiasti come se stessimo per fare una cosa nuova, ma stiamo per mangiare e ascoltare un reading.

Entriamo e ci accoglie l’oste, col grembiule bianco sporco di vino e l’espressione incerta.
Per fortuna qualcuno arriva sul serio, dice.
Nella sala apparecchiata si stanno ancora preparando e mi sembra di disturbare. Ci fanno sedere, leggiamo il menu e ordiniamo il vino. C’è un ragazzo con le mani in tasca che indossa una giacca verde e sotto una maglia blu con la bandiera americana, le persone tardano ad arrivare e l’oste è un po’ preoccupato.

La serata si intitola “A cena con David”, i due libri con la costa gialla sono di Giulio Einaudi editore e sono Brevi interviste a uomini schifosi e Il re pallido. L’attrice Monica Parmagnani legge un pezzo da Brevi interviste e due da Il re pallido, che inizia così: «Di là dalle pianure di flanella, i grafici d'asfalto e gli orizzonti di ruggine sbilenca, [...]» e i curatori della serata sono la Libreria Utopia di Milano e BeBookers, assieme al Bistrot Il Sole.
Durante il reading sono angosciata dalla cornice con una delle foto più famose di Wallace messa a mo’ di santino sulla parete dell’appendiabiti e con accanto a questa una stampa di un quadro di Rothko. Sono angosciata anche dalla maglietta con la bandiera americana, in effetti.
Penso all'effetto delle costruzioni concentriche delle frasi e i pensieri si fanno bolle che scoppiano altre bolle, penso al sapore del vino nella mia bocca, guardo le reazioni degli altri: chi china la testa un po' di lato, chi si guarda, chi chiude gli occhi e ascolta. Penso, per un momento, che siamo pochissimi.

Infine, penso che una serata di reading per David Foster Wallace sia un controsenso perché lui se c’è una cosa che non aveva piacere di fare era leggere a voce alta le sue cose:
Prima di cominciare mi sale sempre l’ansia, e l’ansia mi fa stare malissimo: è quella la cosa che non mi piace. E poi le cose che scrivo secondo me non rendono tanto bene lette a voce alta. E mi sembra di avere l’aria di un pazzo maniaco.
(Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta di David Lipsky, Minimum Fax, 2011, pag. 38)
E invece non è vero: speriamo che qualcuno glielo abbia detto, almeno una volta.

2 commenti:

  1. Ruggero Bonghi8:28 PM

    Prima di tutto, Osvaldo, perché parli di te come femmina ("sono angosciata")? Poi:

    verso Via Bergamo o Via Lecco

    Via Bergamo e via Lecco sono in due punti quasi opposti della città. Che cosa stai dicendo?

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  2. Che vuoi farci, abbi pazienza, Ruggero.

    ERRATA CORRIGE: vicino via Lecco ci abito, avrei dovuto scrivere via Lazio. Grazie Ruggero per essere stato così solerte.

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