sabato 9 gennaio 2010

Pensieri in apnea: le avventure acquatiche di Carlo Dulinizo

prima puntata

Hai trent'anni Carlo, da poco ma ce li hai.
Da sei non pratichi attività motoria, tranne le corsette per balzare sui treni e il sesso, che a sentire l'esperto, non conta.
I trenta li hai compiuti da poco e per ridimensionare il tuo senso di colpa provocato da bulimia culturale, hai deciso di non comprare più libri fino a che i non letti calano sotto la decina.
I Demoni, Paradiso Perduto, Don Chisciotte, Il Dottor Zivago, Sotto il Vulcano, Rayuela, Fratelli d'Italia, Guerra e Pace, L'uomo senza qualità... diciamo che hai provviste, per i prossimi tre inverni.
Inoltre con l'anno nuovo hai pensato bene di smettere di fumare, bravo, peccato per il set di pipa e tabacco che i tuoi amici ti han regalato qualche settimana fa. Hai provato, grazie ai loro consigli, ed è vero, è molto più rilassante e meditativo delle volgari sigarette... gli sbuffi azzurrini, il fuoco dei cerini e l'odore di tabacco buono bruciato, la quiete solitaria intorno a te, ma l'unica frase che ti lievitava nel cervello era: D'accordo, è piacevole ma perché lo sto facendo?
E sempre con l'anno nuovo hai scelto di andare a nuotare.
Hai atteso con ansia che riaprissero la piscina e il sette gennaio ti sei fiondato dentro.
Mentre ti spogli, irradiato dalle luci da obitorio degli spogliatoi, ti vedi bene, sei molto più bianco e flaccido di come ti sembrava solo ieri nella tua doccia.
Passi davanti a una vetrata e vedi la neve sulla piscina esterna - Fantastico - ti scappa a mezza voce.
Entri nella piscina coperta, la prima corsia è vuota, ti ci butti subito, titubante ma felice e cominci a nuotare, un po' a casaccio.
Dopo cinque minuti, in gergo tecnico, ti si rompe il fiato.
Dopo venti minuti, senza tecnicismi, ti senti morire.
Dopo trenta cominci a prenderci gusto.
Ti senti scoordinato e lo sei, la prima corsia, l'hai capito, è riservata ai più inetti, ai mega principianti, ma ti godi tutta quell'acqua solo per te.
Quando esci, dopo più di un'ora e mezza, la forza di gravità è un macigno, camminare è una cosa incerta, quasi strana, hai dell'uva passa al posto dei polpastrelli e le vene nella testa pulsano ma tu sorridi.
Hai lo stesso sorriso degli scalatori sulla cima dell'Everest.

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