sabato 28 aprile 2007

Noli me tangere

ovvero noi mettiamo la benzina, voi pensate al fiammifero

In occasione del 25 Aprile, con un po' di ritardo, ho una storiellina da raccontarvi.
L'estate dell'anno scorso ho raccolto pere in una fattoria tra Carpi e Correggio. Scoprii in seguito che la fattoria era il premio dato dai fascisti al padre-padrone, nel 1944 baldo giovine, per aver fatto una spiata su un gruppo di partigiani che si era appostato nelle vicinanze. Arriva la Liberazione, ma, alla faccia del triangolo rosso, nessuno muove un dito. Invece ci pensa madre natura, assicurando una placida e duratura impotenza al delatore. Rimorsi, sensi di colpa o le maledizioni assortite di chi la storia la sapeva tutta fanno il resto e finalmente in un pomeriggio agostano di 3 anni fa l'infame, come nei romanzi di Pavese, si dà fuoco tra i frutteti.
Questo piccolo fatterello m'è tornato in mente giovedì notte mentre su Raidue per La Storia siamo noi passava lo speciale "1945 un nodo di sangue" incentrato sulla violenza durante la Resistenza e nel periodo della Liberazione nella provincia reggiana. Tra le ricostruzioni e le analisi dei vari storici e le interviste a partigiani e presidenti dell'ANPI il programma seguiva anche le interviste rancorose e sbalordite di alcuni figli di persone che, per motivi ai discendenti inspiegabili ed incomprensibili, erano state uccise e seppellite in mezzo ai campi dopo il 25 Aprile.
Come diceva il poeta? Non ti curar di lor ma guarda e passa...

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